TAVOLA 1 – ASSETTO AL 1834
La trascrizione del catasto Leopoldino del 1834 coglie la città nel momento precedente le importanti trasformazioni della metà Ottocento.
La rappresentazione evidenzia l’integrità della cinta muraria, e delle connesse fortificazioni, che presenta solo cinque porte attive da cui si diramano le viabilità territoriali:
la porta Nuova, a nord-ovest, la porta a Lucca a nord, la porta a Piagge ad est, la porta Fiorentina a sud-est, la porta a Mare a sud-ovest.
Sono chiuse, tra le altre, le porte di San Zeno e Calcesana.
Tra il costruito e la cerchia delle mura sono presenti vaste zone coltivate. Di fatto l’unica area in cui la città tocca la sua cinta muraria è la piazza del Duomo, di cui si può pertanto cogliere il sostanziale isolamento e la marginalità alla vita urbana.
Esternamente alla cerchia delle mura sulle viabilità di connessione territoriale si sono formati degli aggregati edilizi, il più importante ed antico dei quali è il borgo del “Portone”, la cui entità testimonia della prevalenza delle relazioni con il contado ed i nuclei urbani posti lungo la via Fiorentina.
Un embrione di viabilità di circonvallazione collega la porta a Mare con la porta Fiorentina.
Sugli altri lati sono presenti solo viabilità di tipo radiale e comunque ad andamento tortuoso.
Nel terreno agricolo restano le impronte dei seicenteschi baluardi di terra, demoliti da oltre centocinquant’anni (nel tracciato dei fossi, delle dividenti campestri e delle viabilità).
L’Arno è rappresentato nell’assetto precedente i lavori di rifacimento delle arginature: i lungarni, di sezione ridotta, sono costellati di calate.
A monte della città è presente una vasta area golenale in destra d’Arno.
In riva sinistra, dirimpetto, il Borgo del “Portone” affaccia direttamente sul fiume.
I collegamenti tra le due parti di città sono assicurati dai tre ponti medievali: di Mezzo, della Cittadella e della Fortezza, ormai tutti smilitarizzati.
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