Descrizione
Si svolgerà in sala Baleari mercoledì 16 marzo (inizio ore 16.30), la presentazione del libro “La sfida dei Liberalconservatori. Una opportunitàper l’Italia” (casa editrice La Bussola). L’incontro, a cura della Fondazione Area nata per sostenere e sviluppare la ricerca e la formazione, sarà introdotto e moderato dal presidente della Fondazione Area Paolo Miccoli, professore emerito dell’Università di Pisa. La presentazione sarà effettuata dal professor Pierluigi Barrotta, direttore del Dipartimento “Civiltà e Forme del Sapere” dell’Università di Pisa, e dal professor Antonio Masala, professore associato di Filosofia della Politica della stessa università. Sarà, inoltre, presente uno degli autori del volume Raimondo Cubeddu, già professore ordinario di Filosofia della Politica dell’Ateneo Pisano. All’incontro, parteciperà anche il sindaco di Pisa, Michele Conti.
“A prima vista, e soprattutto coi tempi che corrono, parlare del possibile spazio politico di una prospettiva politica liberal-conservatrice potrebbe sembra un nonsenso anacronistico: un residuo ideologico di un mondo ormai alle spalle. E, invece, e proprio in considerazione di quel che sta avvenendo, appare quanto mai importante rendersi conto che l’abbandono del passato e della consapevolezza delle basi sulle quali è costruito quel nostro presente che ora viene messo in discussione è quanto di più insensato si possa immaginare. Eppure, per decenni la cultura liberal e il suo ‘politicamente corretto’ hanno cercato di far credere che le condizioni di vita attuali potessero fare completamente a meno del passato e della conoscenza delle sue soventi tragiche esperienze. A quei pochi che hanno coraggiosamente ed impavidamente resistito e al loro insegnamenti volge lo sguardo questo libro nel quale studiosi di varie esperienze e formazione cercano di fare il punto su come conciliare le novità che continuamente emergono nel mondo d’oggi con quella tradizione che ne è il fondamento. Si chiedono, in breve, se si possa fare a meno della nostra storia e delle nostre tradizioni per abbracciare una condizione umana che si vorrebbe interamente svincolata dal passato. E lo fanno muovendo da quella convinzione che sta a fondamento della tradizione conservatrice: che il mondo, e con esso le idee e i costumi, cambiano, che quel cambiamento non può essere evitato, che non si hanno ragioni per evitarlo, ma, e soprattutto, che non tutto quel che è nuovo è parimenti buono. Sui criteri per distinguere ciò che in politica è buono e ciò che è cattivo si discute da quando è nata la riflessione sulla politica. E si continuerà a farlo. Talora da prospettive diverse, i saggi compresi in questo libro si propongono di riaprire la discussione. E quel che stiamo vivendo mostra senza ombra di dubbio quanto sia pericoloso buttare al macero le tradizioni culturali economiche e religiose sulle quali si fonda la nostra libertà e pensare che di essa non esistano più nemici. Tutte cose, queste, che i classici della tradizione liberalconservatrice sapevano perfettamente e che non rinunciarono a ribadire ammonendo che la tradizione, come la libertà, va certamente innovata ma anche fermamente difesa”.