Descrizione
Il viaggio dell’umanità dalle origini della civiltà occidentale all’autoaffermazione dell’individuo nel contemporaneo. Si intitola “Exodus” il progetto artistico pensato in più capitoli da Alexey Morosov, artista originario dell’Asia centrale e lucchese d’adozione. Dal 22 giugno al 29 settembre 2024 il secondo volume della trilogia avviata al Museo Archeologico di Napoli nel 2016 si svolgerà a Pisa, coinvolgendo alcuni dei luoghi più iconici della città della Torre pendente: piazza dei Miracoli, la Chiesa di Santa Maria della Spina su Lungarno Gambacorti, il Fortilizio con la Torre Guelfa su Lungarno Simonelli, l’esterno di Palazzo Blu. Exodus è un progetto di Alexey Morosov, diretto da Gian Guido Grassi e organizzato dal Comune di Pisa e dall’associazione Start Attitude, con il contributo del Consiglio della Regione Toscana e la collaborazione di Palazzo Blu, gode del patrocinio della Provincia di Pisa.
Due le sedi espositive principali: la Chiesa di Santa Maria della Spina, eretta nel 1230 per conservare una delle spine della corona di Cristo, e il Fortilizio con la Torre Guelfa, dalla cui cima si può godere di uno dei più straordinari panorami di tutta Pisa. Quattro le sculture che saranno collocate in esterno, in un percorso che attraversa la storia della città: a partire da via Duomo, nel contesto di piazza dei Miracoli, posizione d’onore che solo pochi artisti contemporanei hanno avuto il privilegio di conquistare. Le altre opere saranno collocate in via Pietro Toselli, davanti a Palazzo Blu, dimora storica e centro d’arte, Lungarno Gambacorti, di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Spina, Lungarno Ranieri Simonelli, nello spazio antistante alla Torre Guelfa.
"Siamo soddisfatti e orgogliosi di presentare nel ruolo di organizzatori la mostra di Alexey Morosov - dichiara l'assessore alla cultura del Comune di Pisa Filippo Bedini -. La città di Pisa ha voluto mettersi, con i suoi luoghi più iconici, a disposizione di un artista che è un fenomeno emergente del panorama europeo, formato prima in Russia e poi in altre parti dell’Europa, e infine in Toscana. L’esposizione, diffusa tra i Lungarni e il Duomo, sarà godibile per residenti e turisti per tutto il periodo estivo. Il progetto Exodus valorizza l'arte di Morosov, che ha una carica spirituale importante, e coniuga le capacità tecniche e artistiche che si ispirano alla classicità greca, con una formazione culturale di grande spessore. Proprio questa profondità spirituale e culturale rappresenta il quid pluris di questo poliedrico artista. La mostra, per quanto riguarda le opere esposte all’interno della Chiesa della Spina e del Fortilizio della Cittadella, è anche un’occasione per continuare, come abbiamo fatto in questi mesi, a tenere aperti questi spazi, che sono gioielli fondamentali per Pisa, e a renderli fruibili a cittadini e turisti, mentre con la parte delle opere esposte all’aperto, creiamo un percorso che segue le direttrici del flusso turistico e lo arricchisce per tutta l’estate di un grande valore aggiunto".
Alexey Morosov lavora creando delle narrazioni su più livelli, dando vita a una specifica serialità: i suoi progetti sono spesso itineranti e si sviluppano nel tempo, ogni nuovo lavoro viene concepito in sequenza e parte da quanto già indagato in precedenza. Exodus è il secondo atto di una trilogia inaugurata otto anni fa per cercare una matrice comune della comunità europea ampiamente intesa. Dopo Pontifex Maximus, allestimento presentato nel 2016 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che riflette sulle radici giudaico-cristiane e greco-romane della società occidentale, e lo spin off La Rondine, presentato a Lucca tra 2018 e 2019 in omaggio all’opera di Puccini, come un’indagine sul ruolo della donna e sull’ingresso dei Normanni nella cultura mediterranea, con Exodus l’attenzione si sposta dal fattore meramente storico al ruolo dell’arte e della poesia come elemento atemporale universale. L’intera città diventa il contesto espressivo-narrativo nel tentativo di cogliere l’essenza più profonda dell’anima della nostra società. L'arte è percepita come una missione sempre attuale e l'artista è il vero eroe di ogni epoca, il semidio della storia.
Originario del Kyrgyzstan, residente a Lucca da nove anni, Alexey Morosov si considera erede della cultura ellenistica e dell’umanesimo, di cui recupera sia le tecniche accademiche sia la concezione antropologica. Lavora su imponenti sculture, che richiamano miti di antica memoria rivisitati in chiave post moderna, tra l’immaginario arcaico e il linguaggio cyberpunk. L’arte monumentale di ispirazione realistico-sovietico si lega ai simboli del Mediterraneo, facendo dialogare materie tradizionali come il bronzo con i new media.
“L’era del Paleolitico superiore, il Neolitico (che, nell’antropologia classica, è il periodo in cui emergono i miti fondamentali dell’umanità), l’Illuminismo e il nostro tempo, postmoderno, non sono altro che forme o strati di pensiero paralleli, simultanei e compenetrati l’uno nell’altro. In tale prospettiva, il patrimonio materiale della ‘cultura dell’ascia da guerra’ è assolutamente equivalente a quello della nostra era postindustriale e all’introduzione di sistemi cyber-fisici: sono tutte com-possibilità simultanee, non fasi storiche differenti. Naturalmente, nella mia narrazione artistica domina la ‘forma’ come concetto ontologico guida”, dichiara l’artista.
Biografia dell'artista
Alexey Morosov è nato in Kirghisistan a Bishkek (ex Frunze) nel 1974. Ha esposto in spazi pubblici e privati a livello internazionale da San Pietroburgo a Singapore, da Londra a Parigi, passando per Mosca, Verona, Pietrasanta, Istanbul, Napoli, affermandosi come uno degli artisti più significativi della scena contemporanea. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Laureato presso il Surikov Art Institute, l’Accademia di Stato di Mosca, nel 1999 si è trasferito in Provenza dove ha proseguito i suoi studi sulla scultura.
L’artista ha approfondito tecniche e materiali dell’arte plastica attraverso una lunga e continuativa esperienza nel territorio Apuo-versiliese, dove si è perfezionato con le procedure tramandate dalla tradizione sia nella scultura in marmo che nei procedimenti di fonderia e lavorazione dei metalli. Ha inoltre collaborato con Timur Novikov, artista e fondatore della New Academy of Fine Art di San Pietroburgo.
Sin dalla sua formazione, ha sviluppato in parallelo le diverse discipline espressive, pittura, scultura e disegno, armonizzando iconografie classiche e contemporanee e non disdegnando lo studio dei nuovi strumenti tecnologici espressivi. Il 2003 è stato l’anno di due personali a San Pietroburgo: “Craft Deco classic” presso la D-137 Gallery e “Craft Deco_academic” presso la stessa Accademia della città. Il suo lavoro è stato esposto nell’ambito di numerose collettive a Mosca, dove è rappresentato dalla Triumph Gallery. Dal 2014 è stato insignito del prestigioso riconoscimento di membro del Presidio delle RAA (Russian Academy of Arts). Dal 2015 vive e lavora a Lucca. La ricerca di Morosov combina un’acuta osservazione dei linguaggi contemporanei con l’idea che la cultura occidentale debba trovare nuove occasioni di interpretazione del suo passato, per riscoprirne sotto una nuova luce i miti e gli immaginari. La sua arte è una costante prova della relazione mai esaurita tra le forme classiche e le innovazioni contemporanee. Questa sua poetica è stata espressa palesemente nelle ultime grandi mostre, come quella tenutasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.