In questa pagina sono due racconti da "Il delitto si addice a Eva" (Jaca Book, 2002) di Paola Alberti. Un omaggio ad “Arsenico e vecchi merletti” e "Un te' tra amiche".
Qui di seguito l'omaggio ad "Arsenico e vecchi merletti". Buon divertimento!
Penso all’amica che vorrei e che non ho, qualcuno per condividere tutte quelle piccole sciocchezze che fanno pur parte della vita di una donna. Qualcuno che non devi frequentare, ma che vuoi frequentare. Non che non abbia mai avuto un’amica, anzi negli anni se ne sono avvicendate molte. Da anni, però, non ho più nessuno con cui parlare e soprattutto lamentarmi. Si ha un bel dire, ma in fondo a questo serve la cosiddetta amica del cuore, alla possibilità di lamentarsi senza alcun ritegno, senza recriminazioni. Penso anche a quando nella mia vita c’era ancora spazio per la risata, quella vera, che ti sale su dalla pancia, che non puoi trattenere e che ti scuote tutta, regalandoti un piacere che è innanzitutto liberatorio. Parlo di Martino, che prima che sposassi Carlo, mi faceva ridere tanto con i suoi scherzi e con i suoi tiri mancini a tutti quelli che allora frequentavamo. Con Carlo è cambiato tutto. Niente più amicizie femminili, che hanno bisogno di un rituale collaudato, quello del “diciamolo solo tra noi donne”. E soprattutto, niente più risate, ma sempre più puntualizzazioni, in grado ogni volta, di innescare polemiche e discussioni, che mi annoiano molto, ma che sembrano non stancare affatto mio marito.
Oggi pomeriggio ho approfittato del fatto che Carlo è andato a parlare con certi nostri vicini per mettersi d’accordo sulla spesa per un muretto di confine e sono scesa nella cantina della casa in collina che ho ereditato da mia madre. Guardo con malinconia, ma anche con nostalgia le pietre colorate che, da qualche anno, lastricano il pavimento della cantina. Ogni rettangolo colorato è sotto una botte di vino, tutte con annate diverse. Fino al novello di quest’anno.
Mi è sembrato veramente indovinato accostare a Isabella il novello, lei che è sempre stata così frizzante, spumeggiante direi quasi, nelle sue battute. L’ho seppellita qui non senza fatica, insieme alle mie altre sei ex amiche del cuore, nella certezza che starà bene, sotto ad una botte di vino novello e ad una grande mattonella del suo colore preferito, il giallo. Ho detto ex amiche del cuore; perché negli anni, chi prima, chi dopo, mi hanno tradito tutte. Non starò qui ad annoiarvi su cosa mi hanno fatto, dirò soltanto che ha ragione la grande Agatha, Christie naturalmente, si uccide e si tradisce sempre per i soliti motivi, soldi prima di tutto, poi sesso, vendetta e invidia. Sono una tipa molto pratica ed è per questo che ho preferito risolvere il problema del tradimento una volta per tutte, in modo drastico e, certamente, definitivo. Continuo a camminare tra le botti e mi fermo, senza riuscire a trattenere un sorriso, vicino a un “Beaujolais”, proprio sopra il mio Martino. Niente di più adatto, se penso a lui, traditore nato, leggero come questo vino francese che, dopo qualche bicchiere di troppo, ti tradisce. Qui, in questa cantina dal pavimento colorato, ogni cosa è tornata al suo posto.
Ma, ecco, sento, di sopra, i passi di mio marito che è appena rientrato. Per oggi la mia passeggiatina in cantina tra le botti, le mie ex amiche del cuore e il mio fidanzato di un tempo, è finita. Sospiro. Purtroppo non ho mai abbastanza tempo per fare quattro chiacchere con loro, magari bevendoci su un bel bicchiere di rosso toscano.
“Per due fiaschi di vino di sambuco ci vuole un cucchiaino di arsenico, ci si aggiunge mezzo cucchiaino di stricnina, un pizzico di cianuro”.
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