Descrizione della città
La città di Corumbà conta circa 100.000 abitanti. E' una città del Brasile centro-meridionale, ubicata al centro di una vasta area verde ricchissima di corsi di acqua. Nella regione del Mato Grosso do Sul, confina con la riserva naturale del Pantanal, a soli 15 chilometri dalla Bolivia. La città si estende sulle rive del Rio Paraguay, al margine del vastissimo Pantanal, una delle maggiori riserve di acqua dolce del pianeta, dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO e riconosciuta come riserva della biosfera.
L'ambiante naturale è alternanza di colori e di profumi tipici del Pantanal. Esso è un paradiso ecologico nel cuore del Brasile. E' la più grande pianura d'inondazione al mondo e la terza riserva ambientale più grande al mondo. Ha un'importanza ecologica immensa poiché ospita uno dei più ricchi ecosistemi, con foreste stagionali periodicamente inondate. Il paesaggio che si può incontrare nel visitare il territorio è vario e con inaspettate specificità. Presenta la più grossa concentrazione di fauna del neotropico, comprese varie specie minacciate di estinzione - tra mammiferi, reptili e pesci - oltre a costituire l'habitat di un'ampia varietà di uccelli sia nativi sia provenienti da altre regioni delle Americhe. L'abbondanza di animali ha fatto della regione di Pantanal, e in particolare di Corumbà, uno dei luoghi più propizi del Brasile per l'osservazione della flora, della fauna e per la pratica della pesca - permessa soltanto tra marzo e ottobre. Il clima è caratterizzato dall'alternanza di estati caldissimi e di periodi di piogge torrenziali cui seguono le devastanti piene dei grandi corsi d'acqua.
Fino alla fine dell'800, la città aveva un ruolo strategico per le comunicazioni via fiume tra Brasile, Bolivia, Paraguay e Argentina. Con lo sviluppo del trasporto su gomma e su ferro, l'importanza di Corumbà è andata diminuendo di pari passo con la depressione economica e la carenza di lavoro (altissimo tasso di povertà per la mancanza di lavoro). Esiste infatti solo un cementificio e alcune miniere di ferro: tra queste, la Mina dos Belgas, più grande miniera del Brasile per estensione (la terza del pianeta) con olte 60 chilometri di gallerie nel sottosuolo da cui si estraggono ferro e manganese. Vi ci lavorano 300 persone di cui il 70% vive a Corumbà. L'agricoltura è caratterizzata dal latifondo che riserva al pascolo grandissime aree del territorio, occupando solo mano d'opera stagionale, poco qualificata, a basso costo. La vicinanza della Bolivia e la povertà diffusa sono le precondizioni favorevoli per il commercio della droga, con tutti i problemi sociali da esso derivanti. In alcuni quartieri periferici continua a permanere una forte condizione di disagio e di estrema povertà. Il contrasto con l’ambiente naturale è evidente. Circa 40.000 persone vivono in baracche di legno e lamiera. Troppo calde d’estate e invase dalle acque d’inverno, le baracche si sviluppano per ampi quartieri privi di servizi igienici, di acqua, di fognature. Nella maggior parte delle baracche non ci sono letti ma pagliericci o materassi di fortuna adagiati direttamente sulla terra. In un unico locale, che contemporaneamente funge da camera, cucina e gabinetto vivono nella più completa promiscuità tutti i componenti di famiglie allargate, spesso con numerosi figli e con problemi di alcol e di droga. E’ in questo ambiente di vita che le bambine rimangono, spesso, vittime di violenza in ambito familiare. La prostituzione di ragazze anche giovanissime è molto diffusa. Gli uomini sono spesso dediti al traffico e all’uso di droga o all’alcolismo. Le preselle di terra che il Governo ha assegnato ad ogni gruppo familiare sono recintate con filo spinato ed è frequente, durante il giorno, incontrare bambini piccolissimi lasciati soli o in compagnia di fratelli appena più grandi. Non ci sono servizi igienici collettivi, non ci sono strade. I mezzi pubblici sono distanti ed i ragazzi devono fare anche 12 chilometri a piedi per raggiungere la città.
Legame di amicizia tra Pisa e Corumbà: Quando nel 2005 abbiamo deciso di sottoscrivere il “Patto di Amicizia e Solidarietà” con la Missione di Cidade dom Bosco, abbiamo idealmente voluto stringere un Patto con il disagio del mondo rafforzando quel concetto di solidarietà tra popoli che da sempre ci appartiene e caratterizza il nostro governare. Un disagio sempre più vicino al nostro vivere quotidiano e che, a volte, le comunità locali tendono a non voler riconoscere come problema di ciascuno. Un disagio cui, al contrario, non è possibile porre rimedio senza un forte impegno personale nella consapevolezza che l’equità sociale e il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo rappresentano un presupposto imprescindibile per una concreta politica di pace. Il patto di amicizia è un atto ufficiale che vede l’Amministrazione protagonista non solo nel sostenere economicamente istruzione e sanità per oltre 2.000 bambini che ogni giorno frequentano la missione, ma anche nel condividere una volontà di riscatto sociale che è base condivisa per un futuro di pace. Nel marzo 2005, una delegazione dell’Amministrazione comunale si recò nella Missione per la firma ufficiale del Patto. Una settimana di incontri, di approfondimento e di studio dei progetti che l’Amministrazione avrebbe potuto finanziare. La delegazione era composta dall’Assessore Paolo Ghezzi, dai consiglieri comunali Diego Petrucci e Ylenia Zambito e da Carla Musetti, dell’ufficio stampa del Comune. Il 7 marzo 2005, alla presenza delle massime autorità locali sia civili che militari, il Patto venne ufficialmente sottoscritto a firma dell’Assessore Paolo Ghezzi in nome del Sindaco del Comune di Pisa, di Padre Ernesto Sassida, fondatore della Citade Dom Bosco e di Padre Osvaldo, direttore della Missione. Lo stesso anno, il Pisa Calcio aveva giocato il campionato di serie C1 con le maglie intitolate alla Citade Dom Bosco. In occasione della visita alla missione per la firma del Patto, venne anche realizzato un dipinto della Torre di Pisa sul muro perimetrale della Missione attorno al quale vennero apposte le impronte di amministratori e soprattutto dei bambini della missione. Ancora oggi, il dipinto della Torre è meta del quotidiano saluto dei bambini che frequentano la scuola di Citade Dom Bosco. Il dipinto fu opera del pittore pisano Giovanni Giuliani, che era stato appositamente coinvolto nella delegazione pisana e che successivamente ha trascorso oltre un anno nella missione insegnando disegno nelle classi di Corumbà e portando la sua pittura per l’intera città. Affinchè rimanesse anche a Pisa un segno evidente e pubblico di questo forte legame, l’Amministrazione ha chiesto a Giuliani di realizzare un dipinto che richiamasse la realtà brasiliana di Corumbà sul muro del Parco di S. Cosimo e Damiano (Via S. Antonio) sotto il quale apporre le impronte dei bambini di Pisa. L’inaugurazione del dipinto e l’apposizione delle impronte delle mani è stata organizzata il 29 settembre 2007 presso il Parco di S. Cosimo e Damiano nel corso di una festa cui hanno partecipato centinaia di bambini e in cui è stato reso pubblico il bilancio delle iniziative intraprese a favore della Missione dall’Amministrazione e dai vari Enti e Associazioni.
Progetti tra Pisa e Corumbà:
- Nel 2004, sostegno finanziario alla Citade dom Bosco tramite un contributo annuale per le attività svolte dal centro, in particolare nel campo dell'istruzione, dell'educazione, della formazione, del doposcuola e della sanità.
- Il 12 e 13 novembre 2011: celebrazione del 50 anniversario della Fondazione Citade dom Bosco a Pisa.
- Nel 2011: realizzazione del progetto "Un orto in condotta", in collaborazione col Centro Nord Sud e con il sostegno della Regione Toscana e del Comune di Pisa. Realizzazione di orti e implementazione di quelli già esistenti nelle scuole di Corumbà e interventi di educazione agroecologica. Pianificazione del progetto "Un orto in ogni scuola" presso le scuole di Corumbà, con collegamento di 35 scuole di Pisa che hanno aderito al progetto.
Descrizione dell'Associazione Cidade dom Bosco: E' stata fondata il 3 aprile 1961 da un sacerdote salesiano, Padre Ernesto Saksida. Sorta nel quartiere più malfamato di Corumbà, ha da sempre svolto il ruolo di Centro di Accoglienza per tutti coloro che vivono ai margini della città. Nel 1961, c'erano più di 500 capanne fatte di assi e lamiera: i bambini vivevano per strada senza protezione alcuna. Il primo nucleo della Cidade dom Bosco fu una stanza di 5 metri per 6, in una delle baracche migliori, donata dalla Signora Caterina, al cui interno furono sistemati 22 banchi e una lavagna. Non c'era luce, acqua potabile, bagno e, naturalmente, mancavano libri e quaderni. Con il tempo sono stati costruiti vari edifici a formare una comunità ispirata al modello della "Boys Town" fondata negli USA da padre Flanagan, basata sull'autogestione, l'autosviluppo e l'autoresponsabilità. I fondi per la costruzione e il funzionamento sono giunti dall'Europa, in parte preponderante dall'Italia, utilizzando soprattutto la modalità dell'adozione a distanza di cui Padre Ernesto è stato ideatore. Attualmente riconosciute dallo Stato, funzionano le Scuole di Insegnamento Fondamentale (elementari e medie), Medio (superiori) e una Scuola Professionale che gestisce corsi di carpenteria, sartoria, informatica, panificazione e cucina, avviando i giovani al lavoro. Ogni giorno, distribuiti su tre turni che vanno dalle 6 del mattino alle 23, circa 2.000 tra bambini e ragazzi, tutti poverissimi, frequentano i vari corsi. A loro disposizione ci sono anche un palazzetto dello sport, un teatro e vari spazi dove poter svolgere in sicurezza attività sportive e di gioco.
A tutti loro vengono assicurati un pasto al giorno, capi di vestiario, libri e quaderni. Attraverso il "Progetto Crianca Feliz" (adolescenza felice), la Missione si occupa giornalmente, in regime di semi-internato, del dopo-scuola di bambini tra gli 8 e i 14 anni appartenenti a famiglie disgregate dove i genitori mancano, o, spesso, scontano pene detentive. Sono bambini "a rischio": il loro comportamento è problematico e instabile, bisognoso di cura e attenzioni particolari che le loro famiglie non sono in grado di offrire loro. Qui, circa 300 ragazzi trovano assistenza allo studio, pasti sicuri, un luogo protetto. Nella Cidade dom Bosco è anche presente un servizio di Assistenza Sociale che riceve le segnalazioni di situazioni di bisogno, le valuta e organizza gli interventi possibili. Il servizio distribuisce alimenti e beni di prima necessità. E' presente anche un ambulatorio che svolge attività di medicina di base, distribuisce farmaci di primo intervento e avvia all'assistenza specialistica coloro che ne abbisognano. La Cidade dom Bosco è oggi un punto di riferimento per l’intera città e per le istituzioni locali, rappresentando una delle strutture più belle e attrezzate del Mato Grosso. Oggi, tuttavia, richiede molti e costosi interventi di manutenzione anche straordinaria.
L’impulso del progetto dell’Amministrazione ha dato vita ad una catena di solidarietà che ha coinvolto molti Enti e Associazioni che hanno sostenuto e stanno sostenendo con progetti concreti la Cidade Dom Bosco dei bambini di Padre Ernesto Saksida: Arciragazzi; Associazione Idraulica Senza Frontiere; Associazione Città dei bambini di Padre Ernesto Saksida; Associazione Culturale Sarda Grazia Deledda; Circoscrizione 5; Corale di Barbaricina; CSI; Entomox; Istituto Santa Caterina; Lyons Club Pisa; Monkey’s Park Adventure; Pisa Calcio; Rotary Club Pisa; Terra Uomini e Ambiente; Società della Salute zona pisana; UISP; Usl 5 Pisa. I progetti in corso riguardano diverse tematiche: il finanziamento dei costi di istruzione e dei costi sanitari per i 2.000 bambini della missione (Amministrazione Comunale di Pisa); il finanziamento di botteghe artigiane per gli studenti che escono dalla scuola professionale della Città Don Bosco (Rotary Club Pisa e Rotary Foundation); il lavoro sui diritti dell’infanzia sia nelle scuole pisane che nelle classi della Missione brasiliana (Società della Salute, USL 5, Arciragazzi); la progettazione di impianti idraulici a servizio della comunità di Corumbà (Associazione Idraulica Senza Frontiere); la dotazione nelle favelas di letti a castello per combattere la promiscuità familiare (Entomox - capofila del progetto); il sostegno economico delle attività della Missione e delle attività di divulgazione (Associazione Culturale Sarda Grazia Deledda; Circoscrizione 5; Corale di Barbaricina; CSI; Istituto Santa Caterina; Monkey’s Park Adventure; Pisa Calcio; Terra Uomini e Ambiente); il progetto “adozioni a distanza” (Associazione Città dei bambini di Padre Ernesto Saksida; madrine della città di Pisa e provincia).
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