Riprendono gli appuntamenti del ciclo "Costruire l'umana dimora - la sfida della libertà", promosso dal Comune di Pisa e dalla Libreria Pellegrini. Con la preziosa collaborazione del CISE - Centro Interdipardimentale Di Studi Ebraici - Università Di Pisa questa volta sarà presentato l'ultimo audace e profondo lavoro di Wlodek Goldkorn: "L'asino del Messia" (Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2019). Dialogano con l'Autore Fabrizio Franceschini (Direttore del CISE, Università di Pisa), Giovanna Tomassucci (Università di Pisa) e Luca Del Re (Giornalista La7). La presentazione avverrà il 12 maggio alle 17.30 in diretta streaming. Per partecipare è necessario inquadrare il QR Code della locandina oppure chiedere il link di collegamento alla seguente email: info@libreriapellegrini.it.
“Guarda, questi sono i luoghi di re David, dei profeti.” Nel 1968 Wlodek Goldkorn è un ragazzo gettato dal cuore dell’Europa alle strade di Gerusalemme. Con la sua famiglia è costretto a lasciare Varsavia, da apolide, da “non cittadino”, e va in Israele, per trovare una terra in cui poter essere libero. Da un luogo perduto a un luogo da conquistare. “Osservavo mio padre, con le mani saldamente aggrappate alle assi del camioncino. Era di fronte a me. Lo sguardo rivolto fuori, i miei occhi pieni della curiosità di imparare a memoria il nuovo paesaggio della patria.” Goldkorn prova interesse per la sua nuova terra, ma anche attrazione per tutto ciò che è arabo. Con un formidabile esercizio della memoria, lo stesso protagonista del Bambino nella neve racconta Israele e Gerusalemme: non solo la città reale, ma anche le altre Gerusalemme, immaginarie e sognate. Riflette sui simboli e sulle identità, su quella sovrapposizione dei ricordi e dei luoghi che ha qualcosa di morboso e artificiale. Parla dello scarto fra l’ideale sionista di creare un ebreo nuovo, pioniere e agricoltore, e la realtà che ha riprodotto il vecchio mondo, popolato dai fantasmi della Shoah. Ma si dichiara innamorato della lingua ebraica e della grande letteratura israeliana, quella di Amos Oz e di Lea Goldberg. La chiave del suo racconto è la nostalgia del futuro, che mette in moto il bisogno di ricostruire un passato denso di dolore e di violenza, ma anche il desiderio di conoscere e amare che appartiene a ogni adolescente impegnato nella fatica di diventare uomo.