Evoluzione della medicina e superamento di situazioni critiche
Prof. Gianfranco Natale medico anatomista, Università di Pisa
Menzione d’onore al premio letterario S. Ubaldo 2017
La malattia è sempre stata vista come un’inspiegabile profanazione del corpo, con alterazione delle sue funzioni, che lede l’integrità fisica e la dignità della persona. La medicina ha cercato di capire nel corso dei secoli le cause delle patologie e di trovare rimedi per restituire la salute al paziente. In alcuni casi, questa offesa del corpo si manifesta con i caratteri dell’emergenza sanitaria, sia a livello del singolo individuo che dell’intera collettività. Il dolore rappresenta certamente il più spiacevole e allarmante segnale di qualcosa che non va. Del dolore fisico, manifestazione eclatante di molte malattie, troviamo testimonianze fin dalle origini della civiltà. Il significato della sua presenza è stato variamente interpretato nel tempo: da un problema prettamente medico a simbolo della punizione divina per i peccati commessi. La religione vede nella sofferenza il mezzo dell’espiazione e della riconciliazione. Il dolore cattura totalmente l’attenzione del malato, nel corpo e nella mente, e, come un’ombra, non lo lascia, se non quando le cause che l’hanno provocato siano rimosse o la morte non sopraggiunga. Nonostante l’acquisizione di conoscenze scientifiche e la scoperta di numerosi ed efficaci presidi terapeutici, il controllo del dolore fisico rimane ancora oggi un traguardo lontano per molti pazienti e per troppi del tutto precluso. L’incapacità di assicurare a tutti un corretto accesso alle pratiche dell’analgesia crea disuguaglianza: una vera e propria ingiustizia sociale che porta, inoltre, costi aggiuntivi a totale carico delle famiglie.