4.  La Terzanaia

        

In base alla descrizione del cronista, il cantiere di costruzione delle navi si sviluppava su un'area di circa quattro ettari, con una forma quadrangolare irregolare. Ad oriente era chiuso dal tratto di mura cittadine, demolito successivamente da Cosimo I dei Medici; sugli altri tre lati dalle mura ancora visibili, distinguibili da quelle della cerchia urbana per lo spessore inferiore.

La superficie sarebbe stata occupata da 80 capannoni per costruzioni navali, dei quali sopravvivono ancora soltanto le strutture in laterizio di 4 navate, prive di copertura ed in parte ricostruite.

Di queste strutture si apprezzano, sulle facciate, le imposte delle arcate a sesto acuto, tamponate, e la fuga in profonditŕ delle arcate a tutto sesto.

Il capannone sopravvissuto doveva con tutta evidenza, per motivi pratici, affacciarsi –come gli altri– su un bacino di carenaggio interno, formato dalle acque dell’Arno e del fossato occidentale delle mura, ultimo resto del vecchio corso del fiume Auser.