Nel settembre 1999 un cospicuo nucleo di piante infestate e già deperienti venne scoperto nella zona delle Cerbaie (Riserva Naturale di Montefalcone) in provincia di Pisa. Anche in questo caso venne appurata l'insorgenza dell'infestazione in località prossime a segherie, in un focolaio nettamente isolato rispetto alla punta del fronte d'infestazione principale proveniente dalla Liguria, posizionato molto più a nord nella provincia di Massa Carrara a distanza di 70 km dalla Riserva di Montefalcone. Nelle nuove zone di introduzione, l'evoluzione epidemica della cocciniglia si rivelò ancora più rapida che in Liguria. Nel 2000, come evidenziato dai dati del Progetto "META", l'area infestata occupava già una zona a cavallo fra le province di Pisa e di Firenze. Nel 2001, risultarono interessate alcune zone del Monte Pisano sul versante della provincia di Lucca ed altre sconfinanti della provincia di Pistoia. Nel 2002 l'espansione dell'infestazione subiva una forte accelerazione arrivando ad interessare oltre ad una vasta area a anche la Provincia di Prato.
Due anni dopo (2003), l'infestazione oltre a risultare ormai diffusamente presente con nuclei consistenti nelle province di Pisa, Firenze, Massa Carrara, Pistoia e Prato e lambire la Provincia di Livorno, faceva registrare un nuovo pericoloso fronte che dalla zona del senese raggiungeva il grossetano. Infine, nel 2004, sempre dai dati del progetto META, la cocciniglia è stata reperita anche in Provincia di Arezzo.
Anche in Toscana, l'evoluzione sintomatologica e la comparsa dei deperimenti ha seguito l'iter già osservato in Liguria, derivante dal sinergismo Matsucoccus-xilofagi. Nella stragrande maggioranza dei casi, gli esiti si sono dimostrati ancora più devastanti, stando a indicare l'estrema sensibilità al fitomizo dei biotipi locali di pino come quelli delle Cerbaie e di Montefalcone.
Nel 2006 sono stati fatti rilievi nelle aree a bosco di pino marittimo del Comune di Pisa. La pineta di Calambrone è risultata quella maggiormente colpita dalla cocciniglia. Qui sono presenti grandi porzioni di pinete caratterizzate da piante con chiome completamente arrossate o seccate
Sin dal 2003, nell'ambito del progetto META, si è evidenziata la presenza di maschi di Matsucoccus catturati attraverso trappole adesive su pannelli innescate con il feromone con cui le femmine attraggono i maschi.
Customer Satisfaction
Ritieni il sito "Diffusione in toscana" utile e ben organizzato?
Esprimi un tuo parere, cliccando sulla faccina che meglio descrive il tuo giudizio!