I primi progetti per un nuovo teatro (quello di piazzetta di Banchi risultava ormai piccolo), risalgono al 1765; solo nel 1770 iniziano i lavori e il 18 maggio 1771 viene inaugurato.
Il teatro Rossi è simbolo dell’attenzione degli Asburgo Lorena verso la città di Pisa e la sua realizzazione si inserisce in un piano di sviluppo urbanistico e culturale volto, per volontà di Pietro Leopoldo, a trasformare Pisa in seconda città del Granducato. La proprietà era inizialmente della famiglia nobile Prini e a partire dal 1798 viene gestito dall’Accademia dei Costanti.
Il teatro, classica sala all’italiana con palco centrale, era costituito da una galleria e venti palchi su tre ordini; vi era inoltre una sala per le consumazione e una platea.
Nel 1836 si realizza un apparato decorativo arricchito da stemmi; uno, in oro zecchino, rappresenta la casa regnante del Granduca, un altro raffigura L’Accademia dei Ravviviati con un genio alato che accende un tripode con una fiaccola, eseguito a olio dal pittore pisano Carlo Brazzini.
A partire dal 1860 l’attività del teatro subisce una battuta d’arresto resa più drammatica da una eccezionale piena dell’Arno del 1867. Tra il 1865 e il 1867 vengono costruiti due nuovi teatri: il Politeama e il Regio Teatro Nuovo che con il passare del tempo oscurano il teatro Rossi.
Rimane aperto fino al 1966 e utilizzato in seguito come sede per eventi sporadici.
Attualmente è in restauro.
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