Il Comunicato dell’Amministrazione Comunale – Porta la prestigiosa firma di AEC Interesni Kazki, artista ucraino di fama internazionale, “Cavalieri & Saraceni”, l’opera dal carattere onirico e visionario realizzata per lo stART Festival-Welcome to Pisa. L’intervento attinge direttamente alla storia di Pisa e al mito di Kinzica, l’eroina che salvò la città dall’invasione saracena grazie alla sua intelligenza e alla sua devozione.
La rassegna, organizzata dall’Associazione START – Open your eyes, curata da Gian Guido Maria Grassi con la collaborazione del Comune di Pisa, il prezioso contributo dell’architetto Roberto Pasqualetti per il coordinamento esecutivo e il sostegno di Caparolcenter e della sezione di Pisa dei soci UniCoop Firenze, si compone di una serie di interventi murari permanenti nel quartiere di Porta a Mare, eseguiti ad opera di un nutrito gruppo di artisti di rilevanza internazionale, figurativi e astratti, che si andranno ad aggiungere ai murales realizzati nell’edizione precedente.
«Quest’opera è un esempio di come l’arte riesca a superare i limiti temporali e spaziali per rispondere ad un’esigenza sempre attuale intrinseca nell’uomo, il desiderio di bellezza; quest’intervento si colloca in uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della Città, davanti alle antiche mura e al Sostegno dove un tempo passava il Canale di Navicelli e lungo il sentiero dell’antico trammino, contribuendo a rigenerarne il fascino: – conclude il Curatore – la Street art, espressione artistica contemporanea e dirompente, è sempre più a Pisa un elemento di valorizzazione dell’identità di un territorio e rinascita di una comunità».
L’artista, prendendo spunto dal mito di Kinzica, collega passato e presente, raccontando una storia di scontro e di incontro fra popoli del Mediterraneo. Una storia che affonda le sue radici nell’antichità e che, sotto forme diverse, si ripete ancora oggi. La disposizione degli elementi del dipinto, con a destra la Cittadella e a sinistra il mare, vuole ricordare un panorama della Pisa medioevale. Sulla costa si stagliano due figure vestite in abiti contemporanei, ad eccezione dell’elmo riportante la Croce dei Cavalieri di Santo Stefano, mentre dal mare un gigantesco turbante sembra andare alla deriva. Questi due differenti copricapi si fanno elemento di divisione ideologica e denunciano la superficialità e l’indifferenza che si nascondono dietro alle ideologie. In alto a sinistra, invece, è raffigurato un drone con un occhio come critica a una tecnologia che piuttosto che unire sembra divenire elemento di isolamento e di controllo.
«Il murale – ha spiegato l’artista – è una mia citazione di eventi storici riletti attraverso il prisma della modernità. Utilizzando una combinazione di immagini assurde, cerco di comparare i fatti delle guerre fra saraceni e gli ordini cavallereschi con il fenomeno moderno della migrazione illegale dal Medio Oriente e dall’Africa alle coste europee, in cerca di una vita migliore. Paragonando gli atteggiamenti di queste due differenti culture e ideologie nei confronti dell’una e dell’altra, mostro, forse con una punta di ironia, come ancora oggi gli europei considerino coloro che arrivano illegalmente come pirati saraceni e come li siano tendenzialmente ostili. Questo lavoro è un punto di incontro fra due civiltà e fra due culture attraverso il tempo».
La foto è di Victor Valobonsi.