Pisa incontra Giacomo Leopardi bambino
Sabato 3 dicembre alle ore 16,30 presso la Biblioteca comunale SMS di Pisa sarà presentato il libro illustrato, per bambini e non, “La Luna nel Pozzo” di Laura Oppioli Berilli e Roberto De Grandis. Sarà presente l’ Assessore alla Cultura del Comune di Pisa Andrea Ferrante, gli autori racconteranno….e dipingeranno l’infanzia del poeta Giacomo Leopardi, l'artista Pasquale D’Alessio animerà l’incontro con letture di brani tratti dal libro. A seguire si terrà il laboratorio per bambini/e – ragazzi/e “La scrittura ai tempi di Leopardi”
Il libro narra dei ricordi, dei giochi, delle prime poesie, delle letture di un bambino particolarmente intelligente e fantasioso che anche tramite i suoi componimenti scolastici e le sue letture d’infanzia esprime le proprie inclinazioni, delineando così un iniziale percorso culturale che sfocerà e darà luogo, in età matura, a quella maestria poetica dal riconoscimento universalmente.
“Io da fanciullino di tre o quattro anni - ricorda il poeta nel suo “Zibaldone” (28 luglio 1821) - stava sempre dietro a questa o quella persona perché mi raccontasse delle favole. E mi ricordo ancor io che in poco maggior età, era innamorato dei racconti, e del meraviglioso che si percepisce coll’udito, o colla lettura”.
L’autrice Laura Oppioli Berilli descrive così il libro: “Aprire la finestra e guardare dentro le stanze del palazzo di Recanati ci avrebbe permesso, come alla luna, di osservare Giacomo bambino all’opera ovvero intento a correre e a giocare. Lo avremmo visto ascoltare affascinato le storie di cui era goloso, come della cioccolata, e raccontare a sua volta favole ai fratelli. Lo avremmo scoperto un tipo curioso, burlone, irriverente, pieno di energia e fantasia. Lo avremmo anche visto studiare, eccome! Avremmo compreso così come il piacere di giocare con le parole, con l’immaginazione e con i propri pensieri può tradursi in poesia e in scritti che durano nel tempo per lasciare in ciascuno una traccia diversa.“
Leopardi a Pisa
Leopardi arriva a Pisa il 9 novembre 1827 desideroso di trascorrere l’inverno in un clima più mite
“Sono rimasto incantato di Pisa per il clima: se dura così, sarà una beatitudine. Ho lasciato a Firenze il freddo di un grado sopra il gelo; qui ho trovato tanto caldo che ho dovuto gettare il ferraiuolo e alleggerirmi di panni. L’aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze. Questo lung’ Arno è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente, che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze né a Milano né a Roma ... in certe ore del giorno quella contrada è piena di mondo, piena di carrozze e di pedoni; vi si sentono parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo tra le dorature dei caffè, delle botteghe piene di galanterie, e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura. Nel resto poi, Pisa è un misto di città grande e città piccola, di cittadino e di villereccio, un misto così romantico, che non ho mai veduto altrettanto. A tutte le altre bellezze, si aggiunge la bella lingua.”
(Giacomo Leopardi, 12 dicembre 1827, lettera alla sorella Paolina)
Dopo una breve parentesi nella quale soggiorna in una pensione, trova dimora presso un affittacamere in via Della Faggiola, dove ha modo di conoscere la bella Pisana Teresa Lucignani, secondo alcuni studiosi, figura ispiratrice della donna protagonista della celebre lirica ‘A Silvia’.
Il poeta è finalmente rasserenato perché entusiasta della città e della devota ammirazione con cui viene accolto. A Pisa ha modo di frequentare l’ambiente accademico, e viene introdotto nei salotti delle nobildonne pisane, che all’epoca rappresentano il fulcro dell’attività culturale della città.
"Ho qui in Pisa una certa strada deliziosa che io chiamo via delle Rimembranze: là vo a passeggiare quando voglio sognare a occhi aperti. Vi assicuro che in materia di immaginazione, mi pare di essere tornato al mio buon tempo antico..."
(Giacomo Leopardi, 25 febbraio 1828, lettera alla sorella Paolina)
Sulle sponde del lungarno il Poeta ritrova la sua vena poetica, inaugurando il cosiddetto periodo dei canti pisano-recanatesi. Durante la permanenza in città vedono la luce opere importanti, fra cui lo “Scherzo”, “Il risorgimento” e “A Silvia”.
L’incanto viene spezzato dalla notizia della morte del fratello il 4 maggio, motivo per cui dopo solo pochi mesi preferisce tornare a Recanati. Il 10 giugno del 1828 Leopardi saluta la città che lo ha tanto affascinato, dopo un breve periodo in cui tra il poeta di Recanati e Pisa è nato per sempre un rapporto forte e profondo.