L’area archeologica del Monte Castellare 

INTRODUZIONE

 

La parte sommitale del Monte Castellare posta a quota 253 metri slm, costituisce proprio il baricentro e punto focale dell’attuale area naturalistica protetta omonima.
Se si guarda la collocazione topografica del monte sulla carta geografica ci si accorge subito che la sua posizione e la sua conformazione gli forniscono una sorta di vocazione strategica per il controllo del territorio circostante e delle principali vie di comunicazione.

 

 

E’ infatti una delle cime minori dei contrafforti del Monte Pisano più avanzate verso la pianura e dalla sua vetta è possibile avere una visione panoramica a largo raggio dell’intera costa del litorale pisano e del lato sud occidentale dei monti. Oltre a ciò, e’ praticamente l’unica cima minore da cui è possibile vedere anche la pianura di Lucca attraverso la valle di Santa Maria del Giudice. Immediatamente ai suoi piedi sul lato nord. Il Monte Castellare domina il borgo di San Giuliano Terme e quindi l’antica strada che attraverso il passo di Dante ed il passo Croce congiungeva nel modo più diretto Pisa con Lucca e quindi la Garfagnana e i valichi d’Appennino.

Per quanto detto e proprio per la sua posizione privilegiata è logico pensare che la cima del monte sia stata interessata dalla presenza umana fin dalle epoche più antiche. E infatti proprio sulla vetta sono in corso da anni degli scavi archeologici che hanno lo scopo di indagare le antiche strutture presenti, comprenderne le funzioni e ricostruire la sequenza degli eventi storici che hanno interessato il luogo.

Questa indagine è stata iniziata da Adriano Maggiani, professore di Antichità Italiche dell’Università di Venezia, il quale si è sempre avvalso dell’opera continuativa dei volontari del Gruppo Archeologico Pisano. Essi non soltanto svolgono le operazioni di scavo e documentazione del lavoro e dei reperti durante le campagne estive, ma hanno effettuato in questi anni una costante e capillare opera di divulgazione nei confronti della popolazione di San Giuliano e Asciano, affinché i risultati dell’indagine archeologica non rimanessero confinati nell’ambito puramente scientifico, ma entrassero a far parte del patrimonio culturale della gente. Proprio grazie a questo impegno, che ha creato passione ed interesse attorno a questo bene culturale, l’area archeologica del Monte Castellare è ora diventata di fatto il primo parco archeologico visitabile del territorio pisano.

Sebbene le indagini archeologiche siano tutt’altro che esaurite ( si è infatti portato alla luce meno del cinquanta per cento del sito), tuttavia quanto è stato fatto finora ha permesso di ricostruire con relativa chiarezza la sequenza degli eventi che si sono succeduti sulla vetta del monte e quali siano le tracce che hanno lasciato.
La serie cronologica delle presenze umane non è stata continuativa nel tempo: a periodi di frequentazione anche intensa si sono inframmezzati lunghi periodi di totale abbandono.

La storia del Monte Castellare, così come è stato possibile dedurre dallo scavo stratigrafico, può essere per sommi capi riassunta nel modo seguente.

  • La presenza umana più antica ( attestata da pochi e sporadici reperti ) risale alla fine dell’età del Bronzo Finale o alla prima età del ferro, ovvero tra il IX ed l’VIII secolo a.C.

  • Successivamente, forse all’inizio del VI secolo a.C., in piena epoca etrusca, sulla cima del monte, dove sicuramente già esisteva una presenza umana, fu costruito un importante edificio diviso in celle e coperto da tegole del quale ora è visibile una parte delle fondamenta sul margine rivolto sud orientale rivolto verso Asciano. Questa struttura sembra essere rovinata durante la fine del IV secolo a.C., sebbene possa esserci stata anche successivamente una sporadica frequentazione umana.

  • Durante i successivi 1200 anni del periodo ellenistico, romano e tardo-antico il luogo rimase completamente abbandonato.

  • Nell’epoca alto-medievale, in un periodo non ancora ben precisabile ma collocabile intorno alla seconda metà del IX secolo d.C., lungo tutto il perimetro della vetta venne costruita una cinta muraria irregolarmente quadrangolare che racchiudeva al suo interno numerose unità abitative ed alcuni ambienti adibiti a servizi comuni. Questo insediamento sembra avere avuto una fine abbastanza precoce se è vero che già nella metà del XI secolo qualche isolato pastore o contadino costruì la propria abitazione sulle rovine del primo insediamento medievale.

  • Da allora di nuovo il luogo rimase deserto fino all'epoca contemporanea quando, alla fine del secondo conflitto mondiale, le milizie repubblichine ne fecero una postazione di avvistamento.

Il fatto che le due principali fasi archeologiche, quella etrusca e quella alto-medievale siano isolate temporalmente, fa sì che gli strati relativi a queste due epoche non siano inquinati da materiali di epoche successive, come avviene di solito negli scavi archeologici urbani, e costituisce la fortuna scientifico-archeologica del Monte Castellare. Infatti entrambi i periodi sono sotto diversi aspetti ancora poco noti, per cui questo sito costituisce una occasione quasi unica per studiare aspetti e dettagli della cultura materiale di due periodi ben definiti cronologicamente.

 

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