Smaterializzare i trasporti

Il sistema informativo del Comune di Pisa rappresenta un esempio dei vantaggi offerti dalle infrastrutture telematiche in termini di qualità dei servizi, risparmio di tempo e snellimento del traffico

di Luigi Paoli e Franco Chesi

L’infrastruttura telematica

Verosimilmente, per, la città digitale potrà nascere solo favorendo la cooperazione di tutte le componenti della società civile attraverso iniziative per fornire un’offerta globale di comunicazione tra l’utente e le realtà pubbliche e private del territorio.

Il primo passo in questo ambito è stata la creazione di una Rete civica che ha visto il Comune di Pisa collaborare con i Comuni di Lucca e Livorno nel quadro di un progetto integrato di area, il cui protocollo d’intesa venne firmato il 25 febbraio 1995.

Pur non essendo l’unico strumento per realizzare la trasparenza amministrativa (richiesta oggi anche dalle leggi) o per comunicare con la propria utenza, non necessariamente il più democratico (la maggioranza delle famiglie non è ancora dotata di un personal computer), la Rete civica di Pisa è senza dubbio uno dei mezzi più efficaci con cui raggiungere questi obiettivi. In continua crescita sia in termini di contenuti informativi che di servizi erogati, essa potrebbe trovare un limite al suo sviluppo, e quindi al suo successo, solo a fronte di una riduzione degli investimenti, intesi tanto in termini finanziari quanto di risorse umane.

Questa e analoghe esperienze di cooperazione tra enti pubblici toscani si inseriscono poi in quel progetto di rete telematica regionale che la Regione Toscana ha individuato come uno dei momenti prioritari di sviluppo infrastrutturale. In questa rete, integrata nella struttura di Internet, i soggetti pubblici e privati possono essere presenti al tempo stesso come utenti e come erogatori di servizi; l’obiettivo iniziale prevede quattro classi di prestazioni: la rete della pubblica amministrazione, le reti civiche e i servizi al cittadino, le reti per i servizi alle imprese e la rete ad alta tecnologia.

Un’altra iniziativa, in collaborazione con l’Università di Pisa, prevede di connettere via via tra loro - ricorrendo al cablaggio con fibre ottiche - tutte le sedi cittadine della pubblica amministrazione, ivi comprese le aziende a partecipazione comunale.

In prospettiva, l’intento è di arrivare alla città cablata, ossia di realizzare quell’insieme di interventi infrastrutturali (come la cablatura mediante fibra ottica) e applicativi (come il telelavoro, la telemedicina, i sistemi di controllo del traffico) che, sostituendo movimenti di persone e merci con flussi di informazioni, possono a un tempo elevare la produttività e la qualità della vita nelle aree urbane. Grazie a una recente convenzione con Telecom Italia, la cablatura dell’area urbana di Pisa avverrà entro il 1999.
 

Architettura di riferimento

Il modello tecnologico a cui si è ispirato il Comune di Pisa prevede di distribuire le applicazioni (sia l’hardware sia il software) integrandole in una rete telematica di comunicazione tra i sottosistemi.

Il centro operativo della rete locale del Comune di Pisa si trova presso il Servizio sistema informativo e statistica, dove sono collocate le risorse di calcolo, informative e di gestione della comunicazione: il sistema gestore della rete, il web server, il sistema di smistamento della posta elettronica, la gestione degli accessi ai servizi su Internet e alle banche dati esterne, il servizio Postel.

Sulla rete locale, oltre ai mini-sistemi con le applicazioni classiche relative alle grosse banche dati comunali (anagrafe, commercio, tributi, contabilità, delibere, concessioni edilizie, cartografia eccetera), sono presenti stazioni di lavoro (personal computer) dalle quali, sulla base dei vari livelli di autorizzazione, è possibile accedere a svariati altri servizi: condivisione di archivi nell’ambito di applicazioni di office; posta elettronica interna ed esterna (verso altri enti e verso Internet); servizio centralizzato Postel; accesso alla Rete civica (web server pubblico) e ai servizi Internet; accesso ai web server della Intranet comunale; accesso ad applicazioni sui mini elaboratori Unix e su ambienti client-server.

Peraltro, si sta delineando la figura di una nuova, eterogenea categoria di utenza della rete telematica comunale: il cittadino, l’impresa, l’associazione che raggiunge il web server pubblico tramite Internet o rete telefonica. Questo tipo di utente (detto, in gergo, thin in contrapposizione all’utente fat, che è la stazione di lavoro interna) può accedere, mediante un programma di navigazione, solo a limitate funzionalità del sistema: posta elettronica interna ed esterna (verso altri enti e verso Internet); accesso alla Rete civica di Pisa e ad altri siti di interesse cittadino o pubblico; accesso ai dati derivanti dalle banche dati comunali.
 

Evoluzione del progetto

Il processo di migrazione all’Intranet comunale è solo all’inizio, e per completarlo occorrerà intervenire con decisione su molti fronti. Al di là degli eventuali problemi relativi ad hardware, software e infrastrutture di collegamento, è necessario rendere compatibili i diversi sottosistemi standardizzando gli ambienti applicativi, così da rendere reciprocamente visibili le rispettive informazioni. Successivamente, una volta integrato il web pubblico (quello della Rete civica) con il sistema informatico comunale, è necessario attivare procedure sicure di validazione degli accessi al web pubblico, in modo da poter garantire tramite la Rete civica anche la comunicazione di informazioni personali. Quello delle procedure di validazione è un aspetto importante e delicato: è grazie a esse che si possono contemperare le esigenze di trasparenza da un lato e quelle di riservatezza di alcuni dati dall’altro.

Infine, bisognerà creare web privati (cioè riservati alla sola utenza comunale) nei quali confluiscano i documenti/informazioni interni comunque già presenti nel sistema informatico.

Parallelamente, si dovrà provvedere a diffondere i programmi di navigazione in rete e tutte le tecnologie Internet sulle stazioni di lavoro interne, ricorrendo a un approccio incrementale, e non pianificato, che attivi un processo continuo di formazione dei dipendenti comunali.