Cittadinanza onoraria a Mons. Alessandro Plotti
Venerdì 16
Giugno, ore 11
Intervento del Sindaco di Pisa Paolo Fontanelli
Autorità,
Signor Presidente del Consiglio,
Signori Consiglieri,
Signore e signori
(zoom
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Venti anni fa,
la nostra città celebrò la ricorrenza di S. Ranieri con un
evento del tutto speciale, almeno nella sua storia recente:
l’insediamento a Arcivescovo di Pisa di monsignor Alessandro Plotti.
Oggi, venti anni dopo, la nostra città festeggia il
Santo Patrono e il ventesimo anniversario di quella data
stringendosi come allora intorno al suo Vescovo e
attribuendogli, in segno di riconoscenza e di profonda stima, la
cittadinanza onoraria di Pisa.
Con questo atto il consiglio comunale della nostra città, che
ringrazio, ha voluto interpretare i sentimenti di affetto e di
gratitudine della comunità locale nei confronti di un Vescovo
che ha saputo legarsi alla città e alla sua vita sociale e
spirituale, contribuendo a renderla migliore, più solidale e più
vicina ai valori universali di fratellanza che il messaggio
cristiano ha grandemente contribuito a diffondere nel mondo.
Negli ultimi 20 anni anche Pisa ha vissuto un
cambiamento, a partire proprio dalla fase finale del processo di
ridimensionamento della grande industria che pose forti
preoccupazioni e interrogativi per il futuro.
Ma il tessuto economico e sociale, negli anni, si è
riorganizzato, non senza fatiche e polemiche. Oggi la situazione
della città vede grandi e qualificati servizi, la realtà
produttiva di Ospedaletto e uno sviluppo crescente del turismo,
nella città e sul suo litorale. In questo contesto come non
ricordare la forte collaborazione tra le diverse istituzioni
civili e religiose nella lunga opera di messa in sicurezza e del
restauro della torre. Ma oggi dobbiamo fare i conti con nuovi
problemi:come quello del calo demografico e della diminuzione
degli abitanti residenti, così come quelli provocati dalle nuove
emergenze sociali.
L’impegno di monsignor Plotti è stato, per tutti noi,
un invito ed un esempio, tanto più validi in tempi difficili
come quelli appena trascorsi: tempi segnati da tragedie che
necessitano di risposte capaci di unire e di far comprendere, al
di là delle differenze, il senso della nostra comune
appartenenza alla civiltà umana.
Monsignor Alessandro Plotti è stato ed è, a Pisa – ma
anche oltre i confini della città -, la voce che più di ogni
altra ha saputo dare conforto alle nostre coscienze, offrendo a
tutti noi un messaggio di fraternità che ha scaldato i cuori e
ha permesso di affrontare i dubbi sempre insiti nella umane
avversità avendo come obbiettivo il bene comune. Mi riferisco
qui, in particolare, al bene della pace, al quale il Vescovo
Plotti ha dedicato molti interventi e omelie. Lo ha fatto
rivolgendo sempre un Un appello alla pace e una condanna di
tutte le guerre e del terrorismo. Voglio ricordare in proposito
all’indomani dell’11 settembre ci ritrovammo sotto la Torre e da
li., con i rintocchi delle sue campane, si fece arrivare la
solidarietà della città al popolo e al governo degli Stati
Uniti.
Ma mi riferisco anche ad altre questioni.
Diverse tra di loro, e altrettanto importanti.
Quella dell’immigrazione, ad esempio, con tutto il suo
carico pubblico di emozioni e di paure, alle quali il Vescovo ha
opposto il solenne richiamo alla dignità dell’uomo e la
necessità della scelta dell’accoglienza, della tolleranza e
dell’integrazione, intesi come un dovere che spetta a tutti,
credenti e non credenti.
Mi riferisco, anche, alle problematiche indotte dallo
sviluppo della ricerca scientifica, tema tra i più delicati
della nostra epoca, che monsignor Plotti e la Chiesa Pisana
hanno affrontato con chiarezza e senza indulgere a anacronismi
fuori dal tempo, attenti a rendere più comunicanti tra di loro i
diversi punti di vista, promovendo con ciò un dialogo sui grandi
temi dell’etica (e della bioetica) che potrà dare nel prossimo
futuro buoni frutti.
E mi riferisco, infine, scusandomi per la brevità, alle
tante questioni della società locale su cui monsignor Plotti ha
inteso offrire un peraltro graditissimo contributo, in termini
di idee, di indirizzi e di invito alla riflessione. I suoi
incontri con molti consigli comunali, ad esempio, svolti durante
la sua ultima visita pastorale, sono stati altamente
rappresentativi della vicinanza della Chiesa e del Vescovo con i
cittadini della comunità, con le loro istituzioni e con i
problemi che più sono all’origine del malessere sociale presente
in alcune zone e in alcune fasce della popolazione. La
solitudine degli anziani, la mancanza di prospettive certe di
lavoro, l’insufficienza di strutture e di mezzi idonei a colmare
i deficit che abbiamo sotto gli occhi. Tutto ciò, come ha detto
lo stesso monsignor Plotti, “ con spirito propositivo e senza
piangersi addosso”. E tutto ciò, aggiungo, ancora
riprendendo le sue parole, anche come monito a vivere la
politica come servizio e non come ostentazione del potere fine a
se stesso.
In tutti questi e molti altri frangenti e occasioni, il
Vescovo è stato sempre vicino alla città , ala comunità pisana,
anche talvolta mettendo il dito sulla piaga di problemi o
ritardi che riguardano l’Amministrazione comunale o le categorie
economiche o sociali del nostro territorio.
La Chiesa da lui guidata ha saputo in questi decenni
fondersi con il sentire comune e con le preoccupazioni presenti
dando così modo alla città di elevarsi dalle ricorrenti insidie
del ripiegamento e di guardare ai drammi e alle problematiche
dell’oggi con animo aperto e consapevole della necessità del
dialogo, del confronto ideale, del dibattito civile.
Così è stato per grandi questioni che riguardano la
nostra epoca,, così per tutte le prove con cui la comunità ha
dovuto fare i conti. Così è stato, anche, dando in questo
seguito alla visita di Papa Woytila a Pisa e alle sue parole
sull’esperienza scientifica di Galileo Galilei, sui temi della
convivenza tra ‘fede e ragione’: “Entrambi basi fondamentali
e inscindibili – come affermò il Vescovo Plotti un
anno fa – per fornire risposte ai quesiti sul mistero
dell’esistenza …e che fanno dell’uomo il protagonista principale
della propria vita”.
La sua è stata ed è una grande lezione civile, per
tutti.
Ed è facendosene carico che la città, oggi, lo accoglie
tra i suoi cittadini benemeriti, come già fece per altri uomini
di Chiesa, quali monsignor Vettori, monsignor Camozzo, il
Vescovo Benvenuto Matteucci, predecessore di Mons. Plotti, il
salesiano don Gastone Baldan, e come per altri illustri e saggi
rappresentanti di diverse culture, come il Dalai Lama, come
l’india guatemalteca Rigoberta Menchù, come il professor Joseph
Rotblat, ultimo firmatario vivente del manifesto pacifista di
Albert Einstein e di Bertrand Russell. Tutti Premi Nobel per la
Pace, a cui la città si onora di aver concesso la cittadinanza.
Nel compiere questo gesto, il consiglio e la città
guardano, in modo particolare, alle nuove generazioni.
L’insegnamento di monsignor Plotti, infatti, è il
portato di un impegno pastorale fondato sulla fede che egli
professa e, perciò, sul valore della speranza – un sentimento
che ci è caro, perché comporta fiducia verso il futuro, verso
l’avvenire di quel mondo a cui abbiamo affidato la più autentica
delle nostre fortune: i nostri figli.
Grazie,
monsignore.
Dal più profondo del cuore, a nome di tutta la città.
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